Associazione Misiliscemi

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Perchè l’Associazione e gli abitanti del Misiliscemi sono contro il PRG!

È doveroso fare alcune considerazioni prima di spiegare perché fin dall’inizio della seconda fase dell’iter di approvazione del Piano Regolatore di Trapani, l’Associazione Misiliscemi è stata contraria.

1. Sentiamo ultimamente affermare, che l’approvazione del Piano Regolatore doterebbe la Città di regole, come se fino ad ora si fosse vissuto in un regime di anarchia, Non è vero! In quanto sin dal 1968 è in vigore il Programma di Fabbricazione, che di fatto fino ad ora ha regolamentato il territorio dal punto di vista edificatorio;

2. Si continua a leggere il P.R.G., che è uno strumento di pianificazione territoriale, come fosse il P.d.F. che è uno strumento di sola pianificazione edilizia; la pianificazione territoriale mira a:

- organizzare i servizi in tutto il comune;

- capire, organizzare, strutturare, le potenzialità di un territorio, individuando le aree commerciali , industriali, artigianali, turistiche, ecc. creando le relazioni necessarie affinché il nuovo strumento sia volano di crescita e di sviluppo;

3. non è stato consentito fino ad ora a questa città di affrontare in modo serio e concreto un dibattito sul P.R.G., in quanto la maggior parte del Consiglio Comunale precedente si dichiarò incompatibile, e per questo fu commissariato;

Fatte queste doverose premesse e facendo seguito all’osservazione presentata da questa Associazione nel gennaio 2007, articolata in dieci punti, poniamo l’accento su due aspetti essenziali per l’estensione del P.R.G. in questione.

La perimetrazione delle zone A (zone A2 – zona di recupero delle borgate e delle antiche frazioni) relativamente alle contrade suddette è priva di fondamento, in quanto avendo consultato presso l’Archivio di Stato le mappe catastali risalenti al 1942 aggiornate al 1948 e confrontandole con la perimetrazione proposta nell’approvando P.R.G. non è rispondente ai dati documentali desunte dalle predette mappe storiche.

Ciò è chiaramente contrastante con la normativa che regolamenta la individuazione e perimetrazione delle zone “A” (Circolare n° 3 - DRU del 11 luglio del 2000, pubblicata nella G.U.R.S. n° 44 del 29 se ttembre 2000: “Aggiornamento dei contenuti degli strumenti urbanistici generali e attuativi per il recupero dei centri storici”). La citata circolare, al paragrafo 3.4 “Perimetrazione dei centri e dei nuclei storici”, testualmente recita che si perviene all’individuazione e alla perimetrazione del centro storico come zona A con una apposita ricerca storica sulle origini e sull’evoluzione dell’insediamento che tenga conto anche della formazione e delle trasformazioni del patrimonio edilizio. Un’ulteriore fonte di documentazione è costituita dalle mappe del catasto grafico di epoca borbonica (1830 – 1850 circa), …………. da integrare con la documentazione costituita dalle planimetrie catastali redatte dopo l’avvento dello stato unitario (fine ‘800, primi decenni del ’900). ………….. Parafrasando gli indirizzi delle linee guida del Piano Territoriale Paesistico Regionale, in termini urbanistici, è indispensabile affermare che la perimetrazione del centro storica deve essere considerata come “invariante” e non come scelta di progetto.

La maggioranza degli edifici delle frazioni ricadenti nelle zone A2, contrariamente a quanto affermato nel PRG, risale ad un’epoca recente (dagli anni ’60 in poi); pertanto, vengono meno i presupposti che hanno determinato la “scelta progettuale” di classificare tali porzioni di centri urbani quali centri storici.

Sarebbe stato, invece, rispettoso della predetta norma, limitare la classificazione “zone A2 – zona di recupero delle borgate e delle antiche frazioni” esclusivamente ai nuclei fondativi della frazioni stesse, in quanto temporalmente rispondenti ai dettami della norma ed effettivamente fondanti dell’attuale conformazione delle frazioni in esame.

Ovviamente, l’estensione di tali nuclei risulta abbondantemente inferiore delle previste zone A2.

I dati ISTAT 2001 citati nella relazione illustrativa relativi alla popolazione residente nelle contrade (Trapani sud) sono errati in quanto evidenziano una presenza di 6500 abitanti, in realtà sono oltre 8000. Dove sono andati a finire i 1500 abitanti mancanti?

Questo comporta un errato dimensionamento di infrastrutture di cui le contrade dovrebbero essere dotate.

E’ evidente che la nostra analisi si concentra solo sul territorio delle contrade (Trapani Sud), ma questo è già sufficiente a compromettere le valutazioni di base per la stesura del P.R.G. di Trapani.

Va ricordato che il CRU, nell’esprimere il proprio parere, si è basato su dati di popolazione e su una errata rappresentazione dello stato dei luoghi e, pertanto, ha espresso un parere fortemente condizionato da tali errori.

In considerazione di quanto detto prima, questo strumento urbanistico penalizza fortemente, l’economia, lo sviluppo ed il futuro della comunità, non solo delle contrade ma dell’intero territorio comunale e potrebbe apparire, ad una lettura meno superficiale dei tempi e dei modi di approvazione, quasi un tentativo di “sanare” urbanisticamente l’esagerato ricorso alle varianti urbanistiche che ha generato il nuovo agglomerato di edilizia agevolata del quartiere di Villa Rosina.

Riteniamo, sulla base di quanto detto, che questa sera l’attuale Consiglio Comunale apra un confronto, si prenda le sue responsabilità e rispetti il mandato per cui è stato eletto, esprimendo un voto, ma se dovesse percorrere la strada del precedente consiglio (l’INCOMPATIBILITA’), allora, sarebbero auspicabili le dimissioni e la conseguente elezione di candidati che abbiano rispetto di chi li ha votati.

Trapani ha bisogno del suo P.R.G. votato dalla sua città e non da altri!

Per quanto ci riguarda, qualora lo strumento approvato non abbia posto rimedio a quanto da noi evidenziato, avvieremo tutte quelle procedure che la giurisprudenza in materia ci consente.

 

 

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